Papa Giovanni Paolo II

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« Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa! »
(Papa Giovanni Paolo II. Omelia della messa di inaugurazione del pontificato, 22 ottobre 1978[1].)
Papa Giovanni Paolo II
Paolo VI
Giovanni Paolo II

264º papa della Chiesa cattolica
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Elezione 16 ottobre 1978
Insediamento 22 ottobre 1978
Fine pontificato 2 aprile 2005
Motto Totus tuus[2]
Cardinali creati vedi categoria
Predecessore papa Giovanni Paolo I
Successore papa Benedetto XVI
Nome Karol Józef Wojtyła
Nascita Wadowice, 18 maggio 1920
Morte Roma, 2 aprile 2005
Sepoltura Grotte vaticane
Firma Signature of John Paul II.svg

Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła[?·info] (in latino: Ioannes Paulus II; Wadowice, 18 maggio 1920Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 263º successore di Pietro) e sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). Fu eletto papa il 16 ottobre 1978. In seguito al processo di canonizzazione, ancora in corso, gli è stato conferito il titolo di servo di Dio il 2 aprile 2007, è stato proclamato venerabile il 19 dicembre 2009 e il 1º maggio 2011 sarà proclamato beato[3]. È dunque il primo Papa ad essere proclamato beato dal suo successore.

Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 - 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.

Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa d'ingiustificata sperequazione fra i popoli e lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e all'eutanasia, e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.

I suoi oltre cento viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.

Sul piano dei rapporti con l'Italia, i viaggi sottolinearono l'intenzione di separare l'aspetto politico da quello religioso, come il Pontefice stesso tenne a sottolineare, due anni dopo la revisione del Concordato, nel 1986, a Forlì, ricordando che il precedente papa a visitare quella città era stato Pio IX, in veste anche di capo di Stato: "Da allora, la situazione politica è profondamente mutata, ed è stata come tale ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa".

Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: le persone da lui beatificate furono 1338 e quelle canonizzate 482[4], mentre i predecessori nell'arco dei quattro secoli precedenti avevano proclamato soltanto 300 santi.

Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo).

Indice

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[modifica] Biografia

[modifica] Le origini

Karol Józef Wojtyła (IPA: /ˈkarɔl ˈjuzef vɔjˈtɨwa/) nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, nel sud della Polonia, terzo figlio di Emilia, nata Kaczorowska (1884) e di Karol Wojtyła senior (1879) ex-ufficiale dell'esercito asburgico. Da giovane veniva chiamato dagli amici e dai familiari "Lolek"[5].

Sua madre Emilia morì nel 1929 per insufficienza renale e una malattia cardiaca congenita. Quando Karol, che aveva 9 anni, seppe della notizia disse: «Era la volontà di Dio»[6]. Suo fratello maggiore, Edmund, di professione medico, noto anche come Mundek, morì nel 1932 per aver contratto la scarlattina all'età di 26 anni, da un paziente. La sorella Olga, invece, era morta poco dopo la nascita nel 1914 prima ancora, dunque, che Karol nascesse. Dopo la morte della madre Emilia, suo padre, un uomo molto religioso, si impegnò con tutte le forze per fare studiare il figlio Karol.

La sua gioventù venne segnata da un intenso rapporto con l'allora numerosa e viva comunità ebraica di Wadowice.

[modifica] Università

Nell'estate del 1938 Karol Wojtyła insieme a suo padre lasciò Wadowice per trasferirsi a Cracovia, dove si iscrisse all'Università Jagellonica nel semestre autunnale. Nel suo primo anno studiò filologia, lingua e letteratura polacca. Prese anche lezioni private di francese.

Lavorò come bibliotecario volontario e fece l'addestramento militare obbligatorio nella legione accademica. Alla fine dell'anno accademico 1938-1939, impersonò il ruolo di Sagittarius nell'opera fiabesca The Moonlight Cavalier, prodotta da una compagnia teatrale sperimentale. Iniziò nel frattempo lo studio delle lingue, che lo portò poi a conoscere e parlare 11 idiomi diversi: polacco, slovacco, russo, italiano, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, ucraino e inglese, oltre ad un'ottima conoscenza del latino ecclesiastico.

[modifica] La seconda guerra mondiale

La casa natale di Wojtyła a Wadowice.

Nel settembre del 1939 la Germania invase la Polonia e la nazione fu occupata prima dalle forze naziste e poi da quelle sovietiche. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Karol e suo padre fuggirono da Cracovia verso est, insieme a migliaia di altri polacchi. Durante la marcia dovettero a volte rifugiarsi dentro i fossi, per nascondersi dai velivoli della Luftwaffe. Dopo avere camminato per 200 chilometri seppero dell'invasione russa della Polonia e furono obbligati a ritornare a Cracovia.

Nel novembre, 184 accademici dell'Università Jagellonica furono arrestati e l'università venne chiusa. Tutti i maschi abili furono costretti a lavorare. Nel primo anno di guerra Karol lavorò come fattorino per un ristorante. Questo lavoro leggero gli permise di continuare gli studi e la carriera teatrale e di mettere in pratica atti di resistenza culturale. Intensificò inoltre lo studio del francese.

Dall'autunno del 1940 Karol lavorò per quasi quattro anni come manovale in una cava di calcare. Il padre morì nel 1941. Nel 1942, entrò nel seminario clandestino diretto dal cardinale Sapieha, arcivescovo di Cracovia.

Il 29 febbraio 1944, tornando a casa dal lavoro nella cava, fu investito da un camion tedesco, perse coscienza e passò due settimane in ospedale. Riportò un trauma cranico acuto, numerose escoriazioni e una ferita alla spalla. Secondo Testimone della Speranza, la biografia scritta da George Weigel, questo incidente e la sopravvivenza ad esso sembrarono a Wojtyła una conferma della propria vocazione religiosa.

Nell'agosto 1944 iniziò la rivolta di Varsavia e il 6 agosto, il "lunedì nero", la Gestapo perquisì la città di Cracovia deportando i giovani maschi per evitare un'analoga sollevazione. Quando la Gestapo perquisì la sua casa, Wojtyła riuscì a scampare alla deportazione nascondendosi dietro una porta e fuggì nell'Arcivescovato, dove rimase fino a guerra finita. La notte del 17 gennaio 1945 i tedeschi abbandonarono la città. I seminaristi restaurarono il vecchio seminario, ridotto in rovine.

[modifica] Servizio ecclesiastico

Visita alla Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria in Cracovia oo. Carmelo on the Sand - primi di giugno del 1967, poco prima di essere nominato cardinale

Karol Wojtyła venne ordinato sacerdote il 1º novembre 1946 dall'arcivescovo di Cracovia, Adam Stefan Sapieha. Subito dopo egli si trasferì a Roma per proseguire gli studi teologici presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (conosciuta anche come Angelicum). Nella tesi di dottorato, che prese in esame la dottrina della fede in San Giovanni della Croce, Wojtyła pose l'accento sulla natura personale dell'incontro dell'uomo con Dio. Ritornato in Polonia nell'estate del 1948, la sua prima missione pastorale fu nel paesino di Niegowić, a venticinque chilometri da Cracovia. Nel marzo 1949 fu trasferito nella parrocchia di San Floriano a Cracovia. Insegnò etica all'Università Jagellonica della città e successivamente all'Università Cattolica di Lublino. Nel 1958 fu nominato vescovo ausiliare di Cracovia, e quattro anni dopo assunse la guida della diocesi quale vicario capitolare.

Il 30 dicembre 1963 papa Paolo VI lo nominò arcivescovo di Cracovia. Sia come vescovo prima che come arcivescovo poi Wojtyła partecipò al Concilio Vaticano II, contribuendo ai documenti per la stesura della Dignitatis Humanae e della Gaudium et Spes, due dei documenti storici più importanti ed influenti prodotti dal concilio. In particolare nel settembre del 1964 intervenne sullo schema preparatorio sulla libertà religiosa, evidenziando che nel testo si mancava di dire che «solo la verità rende liberi».[7] Nel 1965 diede il suo contributo allo schema preparatorio della costituzione dogmatica Gaudium et Spes, pronunciando il 28 settembre un importante discorso in difesa dell'antropologia personalista.[8]

Paolo VI mentre impone la berretta cardinalizia a Karol Wojtyła

Il 26 giugno 1967 fu creato e pubblicato cardinale di San Cesareo in Palatio, diaconia elevata a titolo pro illa vice, da papa Paolo VI.

A Cracovia si distinse per la sua attività di opposizione al regime comunista. In particolare fece pubblicare a puntate nel suo giornale diocesano alcuni libri usciti all'epoca e colpiti dalla censura comunista. Tra questi Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori e Lettera a un bambino mai nato della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci. La giornalista in particolare non gradì l'operazione, e scrisse una lettera al cardinale denunciando la violazione del diritto d'autore, ostacolo che Wojtyła poté superare grazie alla legislazione vigente nello stato polacco[9].

Nell'agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI, partecipò al conclave che si concluse con l'elezione di Albino Luciani, il cardinale patriarca di Venezia, che divenne papa Giovanni Paolo I. Avendo appena 65 anni, Luciani era considerato un pontefice giovane in confronto ai suoi predecessori. Tuttavia Wojtyła, che ne aveva 58, avrebbe potuto aspettarsi di partecipare nuovamente ad un conclave prima di raggiungere gli ottant'anni (età massima per i cardinali per partecipare all'elezione del pontefice), ma certo non si aspettava che il suo secondo conclave si sarebbe tenuto così presto. Invece il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, Giovanni Paolo I morì. Nell'ottobre 1978 Wojtyła fece ritorno in Vaticano per prendere parte al secondo conclave in meno di due mesi.

[modifica] Il secondo conclave del 1978

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave dell'ottobre 1978.
Il cardinale Karol Wojtyła.

Qualcuno pensa[senza fonte] che la sua nomina, come quella del suo predecessore, sia stata frutto di un compromesso: il conclave infatti, secondo quanto emerso dai racconti di alcuni cardinali, vide una netta divisione tra due candidati particolarmente forti quali il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, votato dalla parte dell'ala conservatrice, ed il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, molto vicino a papa Giovanni Paolo I e sorretto dall'ala più riformista del Collegio dei Cardinali. Sembra che nei primi ballottaggi Benelli sia arrivato a nove voti dall'elezione, ma Wojtyła, in parte grazie al supporto ottenuto da cardinali come Franz König e altri che avevano precedentemente appoggiato Siri, venne eletto con grande stupore di tutto il mondo.

Il 16 ottobre 1978, all'età di cinquantotto anni, Wojtyła succedette a papa Giovanni Paolo I. Al momento dell'elezione Wojtyła avrebbe voluto assumere il nome di Stanislao I in onore del santo patrono della Polonia. Tuttavia, poiché i cardinali gli fecero notare che era un nome che non rientrava nella tradizione romana, Wojtyła scelse Giovanni Paolo II[10], in ricordo del predecessore per tener viva la sua memoria[11].

L'annuncio della sua elezione (l'Habemus papam) fu dato alle ore 18:45 dal cardinale Pericle Felici. Pochi minuti più tardi il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l'ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano. Nel suo breve discorso egli si definì come «il nuovo Papa chiamato da un paese lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corrigerete!», frase rimasta famosa e che suscitò l'applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione.

Il giorno seguente il nuovo Pontefice celebrò la messa insieme al Collegio cardinalizio nella Cappella Sistina e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero petrino, quale 264º successore di Pietro apostolo.

Papa Giovanni Paolo II volle iniziare il suo pontificato rendendo omaggio ai due patroni d'Italia e così il 5 novembre 1978 visitò Assisi, per venerare san Francesco, e successivamente si recò anche alla basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per venerare la tomba di Caterina da Siena. Il 12 novembre Giovanni Paolo II prese possesso, come vescovo di Roma, della cattedra di San Giovanni in Laterano e il 5 dicembre compì la prima visita alle parrocchie della diocesi di Roma iniziando con San Francesco Saverio nel quartiere della Garbatella.

[modifica] L'attentato subìto

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Attentato a Giovanni Paolo II.
13 maggio 1981, ore 17.22: Mehmet Ali Ağca attenta alla vita di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.

Il 13 maggio 1981 subì un attentato quasi mortale da parte di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola in piazza San Pietro, pochi minuti dopo che egli era entrato nella piazza per un'udienza generale, colpendolo all'addome. Wojtyła fu presto soccorso e sopravvisse. Dopo l'attentato fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti[12].

Due giorni dopo il Natale del 1983, volle andare in prigione per incontrare il suo attentatore e dargli il suo perdono. I due parlarono da soli per lungo tempo e la loro conversazione è rimasta ancora oggi privata. Il Papa disse poi dell'incontro: «Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia. Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui». L'attentatore venne in seguito condannato all'ergastolo dalla giustizia italiana per attentato a Capo di Stato estero. Nel 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia: Ali Ağca, estradato dall'Italia, fu condotto nel carcere di massima sicurezza di Kartal (Turchia), nel quale stava scontando la pena di dieci anni di reclusione per l'assassinio del giornalista Abdu Ipekci, avvenuto nel 1979.

Ali Ağca non ha mai voluto rivelare in modo chiaro la verità e ha ripetutamente cambiato versione sulla dinamica della preparazione dell'attentato, a volte suggerendo di aver avuto aiuti dall'interno del Vaticano. I documenti analizzati dalla commissione Mitrokhin dimostrerebbero che l'attentato fu progettato dal KGB in collaborazione con la polizia della Germania Orientale (Stasi) e con l'appoggio di un gruppo terroristico bulgaro a Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto ad un gruppo turco di estrema destra, i Lupi grigi. Una relazione di minoranza della stessa commissione negò questa tesi; tuttavia, altri documenti scoperti negli archivi sovietici e resi pubblici nel marzo 2005 supportano la tesi che l'attentato sia stato commissionato dall'Unione Sovietica[13].

Le motivazioni che avrebbero portato l'URSS a preparare l'attentato non sono state chiarite; probabilmente, l'Unione Sovietica temeva l'influenza che un Papa polacco poteva avere sulla stabilità dei loro Paesi satelliti dell'Europa Orientale, in special modo la Polonia.

Giovanni Paolo II con Sandro Pertini sull'Adamello

Un'altra ipotesi (non necessariamente contraddittoria alla prima) è quella del coinvolgimento della mafia nell'attentato, suffragata dal memoriale del pentito di Cosa Nostra Vincenzo Calcara sulle dichiarazioni rese a Paolo Borsellino. Calcara racconta di essere stato incaricato dall'imprenditore mafioso e massone Michele Lucchese (che aveva contatti in Vaticano tramite il monsignor Marcinkus) di prelevare da Piazza San Pietro, 20 minuti dopo l'attentato, un turco armato da un mafioso bulgaro, Antonov. Assieme al turco e altri due mafiosi, si sarebbe recato a Paderno Dugnano, a casa di Lucchese, dove il turco venne ucciso e seppellito.[14]

Tutte queste informazioni vanno considerate alla stregua di ipotesi, perché ad oggi non sono state comprovate le circostanze e le motivazioni dell'attentato.

Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede analizza l'attentato, mettendolo in relazione con l'ultimo dei Segreti di Fatima[15]. L'attentato è avvenuto nel giorno della ricorrenza della prima apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e Giovanni Paolo II, convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita, volle che il bossolo del proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima.

Un altro tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II avvenne il 12 maggio 1982 a Fatima: un uomo tentò di colpire il papa con una baionetta, ma fu fermato dalla sicurezza. L'uomo, un sacerdote spagnolo di nome Juan María Fernández y Krohn, si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il papa un "agente di Mosca". Fu condannato a sei anni di prigione e, quindi, espulso dal Portogallo.

[modifica] I problemi di salute

Essendo il più giovane papa eletto dai tempi di papa Pio IX nel 1846 (eletto papa a 54 anni), Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in ottima salute. Era un uomo relativamente giovane che, diversamente dai suoi predecessori, faceva abitualmente escursioni, nuotava e sciava. Tuttavia, dopo oltre venticinque anni sul seggio papale, un attentato ed un gran numero di traumi fisici, la sua salute cominciò a declinare. Fu vittima di un tumore al colon che gli venne rimosso nel 1992, si slogò una spalla nel 1993, si ruppe il femore nel 1994 e subì l'appendicectomia nell'ottobre del 1996.

Nel 2001 venne stabilito nel corso di una visita ortopedica che, come alcuni osservatori internazionali sospettavano da tempo, Giovanni Paolo II soffriva del morbo di Parkinson. Ciò venne ufficialmente confermato dal Vaticano nel 2003. Oltre all'evidente tremore alla mano, cominciò a pronunciare con difficoltà più frasi di seguito, e vennero notati anche alcuni problemi uditivi. Soffriva anche di un'artrosi acuta al ginocchio destro, che aveva sviluppato in seguito all'applicazione di una protesi all'anca. Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva Papa, e così rimase determinato a mantenere la carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, sia sempre stato perfettamente lucido[16][17].

Nel settembre 2003, il cardinale Joseph Ratzinger, spesso considerato la «mano destra» di papa Wojtyła[18], disse «dovremmo pregare per il Papa», sollevando serie preoccupazioni circa lo stato di salute del Pontefice.

[modifica] La morte

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Morte di Giovanni Paolo II e Autorità in delegazione ai funerali di Giovanni Paolo II.
La salma di Giovanni Paolo II.

Il 1º febbraio 2005 fu ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma fino al 10 febbraio; successivamente fu costretto a saltare gran parte degli impegni previsti per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 27 marzo, giorno di Pasqua, apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi quando il Papa benedisse la folla di mano sua. Tentò di parlare, ma non vi riuscì.

Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Tentò inutilmente di parlare. Fu l'ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire.

Morì il 2 aprile 2005 alle ore 21:37 dopo due giorni dal peggioramento del suo stato di salute a causa di un'infezione dell'apparato urinario.

Il Presidente USA Bush con la moglie e i suoi predecessori Clinton e Bush padre inginocchiati davanti alla salma del Papa

I funerali ebbero luogo sei giorni dopo, venerdì 8 aprile 2005, celebrati dal cardinale Joseph Ratzinger in piazza San Pietro, con la partecipazione di un altissimo numero di capi di stato e di governo (più di 200 delegazioni ufficiali) oltre ai rappresentanti di tutte le religioni.

Si è stimato che il rito sia stato seguito direttamente da 250.000-300.000 persone che affollavano la piazza e l'antistante via della Conciliazione, e, tramite maxischermi, da almeno 2 milioni di persone riunite a Tor Vergata e nelle piazze di Roma[19].

L'eccezionalità dell'evento fu sottolineata in quei giorni da diversi commentatori[20], e il rito funebre fu trasmesso in diretta in mondovisione a reti unificate totalizzando, in Italia, quasi 15 milioni di spettatori e uno share del 90%.[21].

L'afflusso di pellegrini a Roma nei giorni precedenti al funerale fu particolarmente intenso e sono state stimate tra i 2 e i 5 milioni di presenze totali.[22] Furono allestite velocemente dalla Protezione Civile, tendopoli e ospedali da campo e furono posizionati nelle piazze cittadine, dal comune di Roma, ventisette maxischermi. La Protezione Civile prevedendo un afflusso straordinario a Roma, inviò, nei giorni precedenti, su scala nazionale a tutti i telefoni cellulari, alcuni SMS che fornivano informazioni sulle condizioni climatiche, i dati d'afflusso, e invitavano i "partecipanti" a seguire l'evento tramite maxischermo poiché piazza San Pietro era divenuta inaccessibile già dal 6 aprile.[23]

La tomba di Giovanni Paolo II situata in Vaticano

[modifica] Successione

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave 2005.

Subito dopo la morte di papa Giovanni Paolo II è iniziato il periodo di sede vacante ed il processo di successione. Il suo "anello piscatorio" ed il sigillo sono stati distrutti dal cardinale camerlengo, Eduardo Martínez Somalo, a significare la fine della sua autorità papale. L'appartamento papale e tutto ciò che era sotto la diretta autorità e giurisdizione di Sua Santità è stato sigillato ed è iniziato il cerimoniale di nove giorni di esequie. La salma di Giovanni Paolo II è stata esposta fino al suo funerale che si è tenuto venerdì 8 aprile.

[modifica] Processo di beatificazione

Il 28 aprile successivo alla morte, papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l'inizio della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale per la diocesi di Roma.

Il 2 aprile 2007 a due anni dalla morte, nella basilica di San Giovanni in Laterano in Roma, il cardinale Camillo Ruini ha dichiarato conclusa la prima fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II, consegnando le risultanze alla Congregazione per le Cause dei Santi.

Tale atto è avvenuto attraverso un iter giuridico-procedurale durante il quale sono stati letti in latino i verbali per il passaggio dei documenti, i quali riguardano la deposizione di 130 testimoni a favore e contro la beatificazione, nonché le conclusioni di teologi e storici al riguardo.

Al 1º aprile 2009 le segnalazioni di presunti miracoli al vaglio della Congregazione per le Cause dei Santi erano 251.[24]

Il 19 dicembre 2009 con un decreto firmato da papa Benedetto XVI che ne attesta le virtù eroiche, è stato proclamato venerabile.[25][26]

Il 14 gennaio 2011 Benedetto XVI ha promulgato il decreto che attribuisce un miracolo all'intercessione di Giovanni Paolo II. Secondo quanto riportato dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, si tratta della guarigione dal morbo di Parkinson (lo stesso di cui ha sofferto Giovanni Paolo II) della religiosa francese suor Marie Simon-Pierre (nata nel 1961)[27]. La malattia le era stata diagnosticata nel 2001. Secondo la testimonianza della religiosa, la guarigione per intercessione del Pontefice è avvenuta la sera del 2 giugno 2005, quando aveva 44 anni.[28][29]

La cerimonia di beatificazione si terrà in Piazza San Pietro il 1º maggio 2011 e sarà presieduta dal Papa.[30]

[modifica] Il pontificato

[modifica] L'inizio

Stemma pontificio di Giovanni Paolo II. La 'M' in basso a destra sta per "Maria"

Sull'onda del processo di rinnovamento ecclesiastico avviato dal Concilio Vaticano II, Giovanni Paolo II fece a meno - come il suo predecessore - di parte della simbologia e del cerimoniale tradizionale al fine di rendere il suo pontificato meno simile ad un vero e proprio regno. Decise, pertanto, di non usare il pluralis maiestatis, riferendosi a sé stesso con «Io» al posto di «Noi», e optò per una semplice messa di inaugurazione del ministero petrino, al posto della tradizionale cerimonia di incoronazione papale. Il suo stemma, come quello dei predecessori, fu sormontato della tiara (o triregno), un copricapo extra-liturgico adottato dai papi, sia negli stemmi che nelle apparizioni pubbliche, all'inizio del XIV secolo e visto spesso come un simbolo di potere terreno e di ricchezza, ma egli non la indosserà mai sostituendola con la mitria.

« Il Papa Giovanni Paolo I, il cui ricordo è così vivo nei nostri cuori, non ha voluto il triregno e oggi non lo vuole il suo Successore. Non è il tempo, infatti, di tornare ad un rito e a quello che, forse ingiustamente, è stato considerato come simbolo del potere temporale dei Papi »
(Giovanni Paolo II, messa di inaugurazione papale, 22 ottobre 1978[1])

Nell'omelia di inizio pontificato si soffermò anche sulla simbologia delle tre corone della tiara interpretandole, innovativamente, come la triplice missione di Cristo di "sacerdote, profeta-maestro e re".

Il suo pontificato è stato caratterizzato da una intensa attività pastorale che lo ha portato in ogni parte del mondo. Ha operato per la difesa della pace e per migliorare le relazioni con le altre religioni, in primo luogo con anglicani ed ortodossi.

Nei confronti degli ebrei, ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Israele ed ha chiesto perdono per le mancanze e i peccati dei cristiani verso i "fratelli maggiori" nel corso dei secoli.

Il saluto del Papa

Wojtyła ha avuto anche una grande attenzione ai temi sociali. Ha scritto due encicliche sulle distorsioni delle dottrine capitaliste e comuniste: la Laborem Exercens (14 settembre 1981) e la Centesimus Annus (1 maggio 1991), nel centenario della Rerum Novarum di papa Leone XIII.

Ha richiesto più volte a tutti gli stati di rispettare la libertà religiosa dei propri cittadini, il suo primo pronunciamento in tale senso è stata una lettera al segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim il 2 dicembre 1978 in occasione del trentesimo anniversario della firma della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948.

[modifica] Gli anni ottanta

Il Papa in visita alla Biblioteca Malatestiana, Cesena.

Nel 1982 ha elevato l'Opus Dei al rango di prelatura personale.

Nel 1983 promulgò la nuova versione del Codice di diritto canonico, riformando l'edizione del 1917 che aveva promulgato Benedetto XV.

Il 2 dicembre 1984 confermò la prassi del sacramento della confessione condannando la pratica della confessione comunitaria.

Con la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988 stabilì l'organizzazione della Curia Romana ed i compiti dei vari dicasteri.

Nel 1989 respinse le richieste di 163 teologi e teologhe riunite nel documento chiamato Dichiarazione di Colonia in cui essi affermavano che non sarebbe dovuta obbedienza alla Santa Sede su alcune particolari questioni di fede (soprattutto riguardo ai temi della Humanae Vitae) e che sarebbe necessaria una consultazione popolare per l'elezione dei vescovi.

[modifica] L'Anno Santo del 1983 e l'istituzione delle GMG

L'apertura della Porta Santa in occasione del Giubileo del 1983

Per il 1983-1984 indisse il Giubileo Straordinario della Redenzione, nel 1950º anniversario della data convenzionale della morte e resurrezione di Cristo (33). In calendario indisse tra i vari appuntamenti il Giubileo dei Giovani che ebbe il suo culmine il 15 aprile 1984, Domenica delle Palme: quel giorno trecentomila giovani affollarono piazza San Pietro, cifra decisamente inconsueta per l'epoca.

Approfittando della concomitanza con l'Anno internazionale della Gioventù indetta dall'ONU, il Papa diede appuntamento ai giovani per l'anno successivo: l'incontro a Roma del 31 marzo 1985 segnò l'istituzione delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Fu così deciso di continuare ad organizzare questo genere di eventi ogni due anni in una città del mondo scelta dal papa: le prime due furono Buenos Aires (1987) e Santiago de Compostela (1989). Con il passare degli anni le cosiddette "GMG" divennero incontri dall'importanza sempre maggiore, a prescindere dal numero effettivo di partecipanti.

In particolare la GMG del 1995, svoltasi a Manila alla presenza di quattro o cinque milioni di persone, è considerato il più grande raduno umano della storia.

[modifica] Gli anni novanta

Il 15 agosto 1990 nella costituzione apostolica Ex corde ecclesiae stabilì alcune regole per le Università cattoliche, tra cui il requisito per i docenti dell'approvazione del proprio vescovo.

Il 22 ottobre 1993 confermò la regola del celibato sacerdotale nella Chiesa latina, affermando che «bisogna ardire, mai ripiegare».[senza fonte]

L'11 febbraio 1997, su indicazione del cardinale Camillo Ruini, nominò Antonio Buoncristiani come delegato ad «esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore generale che al Superiore provinciale» nella Società San Paolo, e quindi nella direzione della casa editrice delle Edizioni Paoline e di tutti i periodici da esse gestiti, tra cui Famiglia Cristiana. La vicenda portò alle dimissioni dell'allora direttore Leonardo Zega.

Con il motu proprio Ad tuendam fidem del 1998 chiarì il significato della «professione di fede del 1989» che stabilisce la necessità per i teologi cattolici di aderire alle «verità» proclamate dal magistero «in modo definitivo» anche quando queste non siano stabilite come dogma.

Sempre nello stesso anno, con il motu proprio Apostolos suos del 21 maggio chiarì i limiti delle Conferenze episcopali.

Il Pontefice ribadì ripetutamente la dignità dell'uomo e il diritto alla vita, come fondamento di tutte le posizioni assunte in tema di morale. Ogni individuo è «unico e irripetibile» ed ogni persona in quanto è ad «immagine e somiglianza di Dio» ha una dignità che non è acquisita con meriti, ma è data fin dalla nascita. Il diritto naturale secondo san Tommaso discende dal diritto divino, da un volere del creatore che ha imposto tali leggi alla natura creata. La vita è un diritto in quanto dono di Dio, il Solo che può darla e toglierla. Il diritto alla vita è per il pontefice il fondamento di ogni altro diritto: della persona, e dell'esistenza di una giustizia e di un sistema di diritti a suo riguardo.

[modifica] Dati, opere e documenti del Pontificato

Incontro con Vladimir Putin nel 2000.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Dati sul pontificato di Papa Giovanni Paolo II e Opere e documenti di Giovanni Paolo II.

Durante il suo pontificato ha scritto 14 encicliche, proclamato ben 482 santi (più di tutti gli altri papi messi insieme) e percorso 1.163.865 chilometri in aereo facendo 104 viaggi apostolici e 146 visite pastorali; il suo è stato il 3° pontificato più lungo della storia.

[modifica] Filatelia e numismatica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Emissioni filateliche della Città del Vaticano sotto Giovanni Paolo II.

Durante il suo pontificato la Città del Vaticano ha emesso più di 500 valori postali diversi.

Papa Giovanni Paolo II è il primo Papa della storia ad essere soggetto di una banconota. È infatti raffigurato in quella da 50 złoty polacca del 16 ottobre 2006. Su un lato Karol Wojtyła è ripreso con la croce pastorale, mentre l'altra faccia mostra la celebre immagine dell'inaugurazione del Ministero che testimonia il profondo legame tra il Papa e il cardinale Stefan Wyszynski, Primate di Polonia.

[modifica] Le sue idee sui temi internazionali

Papa Giovanni Paolo II negli USA parla dopo essere stato insignito della Medal of Freedom nel giugno 2004

[modifica] Il tema della «cultura della morte»

Il 10 gennaio 2005, durante il messaggio ai diplomatici presso la Santa Sede, antepose a tutti i problemi dell'umanità, compresa la fame, il tema della «sfida della vita» contro quella che definì come «cultura della morte», rappresentata da aborto, fecondazione artificiale, clonazione, eutanasia, unioni civili e matrimoni omosessuali, dichiarando che «lo Stato ha come suo compito primario proprio la tutela e la promozione della vita umana».

Il tema della «cultura della morte» e la condanna di essa ricorre in numerosi pronunciamenti di Giovanni Paolo II.

[modifica] Aborto

La sua dottrina ha difeso fortemente la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Questa posizione è stata per qualcuno di stampo conservatore, mentre altri l'hanno considerata un baluardo nella difesa dei più deboli e della vita.

Nell'enciclica Evangelium vitae del 25 marzo 1995 definì «democrazie totalitarie» gli stati democratici che consentono l'interruzione volontaria di gravidanza.

[modifica] Omosessualità

Il giorno dopo il gay pride tenutosi a Roma durante il Giubileo, durante l'Angelus espresse «amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno Duemila e per l'offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo».

Il 25 gennaio 2003 con un decreto della Congregazione per la dottrina della fede ordina la dimissione dallo stato clericale di Franco Barbero, della Comunità ecclesiale di base di Pinerolo che aveva simbolicamente benedetto alcuni matrimoni omosessuali.

[modifica] Ordinazione femminile

Si è espresso contro l'ordinazione al sacerdozio di donne. Nel 1979, in risposta ad un rappresentante delle suore degli Stati Uniti, disse:

« la fedeltà a Cristo, soprattutto nella vita religiosa, non può essere mai separata dalla fedeltà alla Chiesa [...] non è da sottovalutare il fatto che la vostra consacrazione a Dio deve manifestarsi nel segno esteriore permanente di un semplice e idoneo abito religioso. »
(Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II alle religiose di Washington [31])

Tale posizione fu ribadita con la lettera apostolica Mulieris dignitatem[32] il 15 agosto 1988 e successivamente il 22 maggio 1994 nella lettera Ordinatio sacerdotalis:

« [il papa] in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli [dichiara che] la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale, e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli »
(Ordinatio Sacerdotalis, 3[33])

Sull'ipotesi che per tale pronunciamento si fosse avvalso dell'infallibilità papale intervenne dapprima la Congregazione per la Dottrina della Fede, con il suo Responsum in data 28 ottobre 1995, a firma dell'allora prefetto, cardinale Joseph Ratzinger. In questo documento si afferma che la suddetta dottrina «proposta infallibilmente dal magistero ordinario e universale», è proposta dalla Lettera Apostolica Ordinatio Sacerdotalis con una dichiarazione formale e deve essere considerata come appartenente al deposito della fede. In seguito lo stesso Giovanni Paolo II, nel discorso ai vescovi tedeschi del 20 novembre 1999 (n. 10), affermò: «l'insegnamento sul sacerdozio riservato agli uomini riveste il carattere di quella infallibilità che è legata al Magistero ordinario e universale della Chiesa».

[modifica] Celibato del clero

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Posizioni dei Pontefici sul celibato ecclesiastico.

Come il suo predecessore Paolo VI, anche Giovanni Paolo II intervenne più volte in difesa del celibato ecclesiastico nel rito latino, dichiarando che mantenerlo sarebbe stato positiva soluzione al calo delle vocazioni. Tra i motivi elencati in favore del celibato, Giovanni Paolo II citò il maggior tempo da dedicare alla parrocchia/comunità[34], e il fatto che il sacerdote debba non pensare ai beni terreni.

[modifica] Divorzio

Ha confermato la posizione della Chiesa contraria all'ammissione di cattolici divorziati risposati o conviventi con altri, al sacramento dell'eucaristia nell'esortazione apostolica Familiaris consortio[35] del 22 novembre 1982.

Il 22 novembre 2001 ha nuovamente espresso tale posizione ai presuli dell'Oceania, dopo che erano stati sollevati dei dubbi durante il Sinodo per l'Oceania tenutosi a Roma nel 1998 e nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia del 2003.

[modifica] Ecologia

Ha dedicato particolare attenzione al tema dell'ecologia, ponendo più volte l'accento sulla necessità di salvaguardare l'ambiente e richiamando l'uomo ad essere l’artefice e il collaboratore di Dio in questo compito.

« Del pari preoccupante, accanto al problema del consumismo e con esso strettamente connessa, è la questione ecologica. L’uomo, preso dal desiderio di avere e di godere, più che di essere e di crescere, consuma in maniera eccessiva e disordinata le risorse della terra e la sua stessa vita. Alla radice dell’insensata distruzione dell’ambiente naturale c’è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel nostro tempo. L’uomo che scopre la sua capacità di trasformare e in un certo senso di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio: Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà come se essa non avesse una propria forma e una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui.  »

[modifica] Testo del catechismo

Il 15 agosto 1997, con la lettera apostolica Laetamur Magnopere[36], approvò e promulgò in modo ufficiale il Catechismo della Chiesa cattolica, che è stato accolto con diverso umore dai vari ambienti cattolici.

Uno dei temi più controversi riguardava la pena di morte. Pur essendovi una decisa condanna della pena di morte, questa condanna non è totale. Una successiva riscrittura ha eliminato molti dubbi, coniugando il rispetto della dottrina precedente (nello Stato Pontificio si praticava la pena di morte, così come in quasi tutti gli stati dell'epoca) con l'affermazione secondo cui al giorno d'oggi i casi in cui tale pena è lecita sono praticamente inesistenti.

Nella versione odierna, il Catechismo scrive (art. 2267):

« L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo "sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti" »

[modifica] Liturgia

Si è espresso contro le sperimentazioni nella liturgia, in un chirografo del 22 novembre 2003 dichiarò che «il sacro ambito della celebrazione liturgica non deve mai diventare laboratorio di sperimentazioni o di pratiche compositive ed esecutive introdotte senza un'attenta verifica», posizione ripetuta nella lettera apostolica Spiritus et Sponsa [38] del 4 dicembre in occasione del quarantesimo anniversario della costituzione sulla liturgia del concilio Vaticano II.

In precedenza il 24 maggio il cardinale Darío Castrillón Hoyos aveva celebrato a nome del Papa una Messa tridentina nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.

[modifica] L'incontro con Padre Pio

Nel 1948 la posizione di Padre Pio in seno alla Chiesa non era ancora giunta al suo punto critico: Pio XII era un estimatore del "frate con le stigmate" e al suo arrivo sul soglio di Pietro, nel 1939, aveva ordinato al Sant'Uffizio di «lasciare in pace Padre Pio». Il religioso era stato già in contrasto con il Sant'Uffizio: a partire dal maggio 1923, questo aveva emanato cinque decreti contro di lui e altri documenti ufficiali che sconfessavano la soprannaturalità dei fenomeni mistici che gli venivano attribuiti, in particolare le stigmate.

Quindi, in quel periodo il clero di tutto il mondo sapeva che la Chiesa aveva preso ufficialmente le distanze da quel religioso, e aveva invitato tutti a non frequentarlo. Ciò malgrado, Wojtyła volle conoscerlo. Ad aprile del 1948, durante le vacanze di Pasqua, partì per il Gargano con un seminarista suo connazionale e si trattenne qualche giorno nel paese in cui viveva Padre Pio. Le cronache registrano che ebbe vari incontri con il frate e che andò a confessarsi da lui. Nel novembre 1962 quando Wojtyła, già vescovo, era di nuovo a Roma per il Concilio, inviò una lettera a Padre Pio chiedendogli l'intercessione per la salute di una sua amica affetta da una grave neoplasia. La signora guarì, a detta dei medici stessi, in modo prodigioso. Il carteggio epistolare di tale evento (che comprende anche una lettera di ringraziamento spedita 11 giorni dopo la prima) è conservato come testimonianza.

Wojtyła dimostrò sempre grande considerazione per il frate di Pietrelcina; fu proprio durante il suo pontificato che il frate fu prima beatificato (2 maggio 1999) e poi canonizzato (16 giugno 2002).

[modifica] Insegnamenti

« Damose da fa' e volemose bbene! Semo romani »
(Papa Giovanni Paolo II - 26 febbraio del 2004[39][40][41])

Giovanni Paolo II proseguì l'insegnamento della dottrina cattolica attraverso la redazione di una serie di scritti teologici, che ebbero forte eco all'interno della Chiesa e, spesso, anche al suo esterno.

Un grande risultato di Giovanni Paolo II fu la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che diede alla Chiesa cattolica un catechismo molto più aggiornato.

Le sue prime encicliche si soffermarono sul Dio «Uno e Trino»: la prima di esse, Redemptor Hominis (1979) riguarda la figura di Gesù; la seconda, Dives in Misericordia (1980) parla di Dio; nel 1985 completò la trilogia, con la Dominum et Vivificantem sullo Spirito Santo che «è Signore e dà la vita». Giovanni Paolo II mantenne questa focalizzazione su Dio durante tutto il pontificato.

Nella sua visione per il nuovo millennio, contenuta nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte del 6 gennaio 2001, un «programma per ogni tempo», enfatizzò l'importanza di «ripartire da Cristo»: «No, non una formula ci salverà, ma una Persona». La prima priorità per la Chiesa è la santità: «Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana». Inoltre, «per questa pedagogia della santità c'è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'"arte della preghiera"». La sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia (2003) è sull'Eucarestia, che Wojtyła II afferma «contenere l'intera ricchezza spirituale della Chiesa: Cristo stesso», enfatizzando il bisogno di «rinnovare la meraviglia» sull'Eucarestia e «contemplare il volto di Cristo».

Altri documenti importanti del suo pontificato sono stati la Laborem Exercens (1981) e la Centesimus Annus (1991) sui temi del lavoro, la Evangelium Vitae (1995) sull'inviolabilità della vita, la Fides et Ratio (1998) sui rapporti tra fede e ragione, e la Veritatis Splendor (1993), sulla morale cattolica.

Diversi personaggi hanno criticato Giovanni Paolo II, adducendo che egli abbia bloccato gli sforzi progressisti seguiti al Concilio Vaticano II, diventando un simbolo del lato conservatore della Chiesa cattolica. La sua opposizione a metodi contraccettivi, aborto e omosessualità è stata continua; un punto molto controverso del suo papato fu la lettera del 1º ottobre 1986 a tutti i vescovi in cui descriveva l'omosessualità come una «tendenza verso un male morale intrinseco» e «un disordine oggettivo». Nel suo libro Memoria e identità afferma che la spinta per il matrimonio gay potrebbe essere parte di «una nuova ideologia del male... che tenta di minare i diritti umani, contro la famiglia e le persone».

[modifica] Viaggi apostolici

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Viaggi apostolici di Giovanni Paolo II.
Il Papa in Brasile

Durante il suo pontificato, Giovanni Paolo II ha viaggiato più di tutti i precedenti papi messi assieme. Mentre alcune delle mete dei suoi pellegrinaggi (come gli Stati Uniti e la Terra Santa) erano già stati visitati dal predecessore Paolo VI (soprannominato a volte «il Papa pellegrino»), molti altri paesi non erano mai stati visitati in precedenza da alcun altro pontefice.

Il Papa in Brasile nel 1997

[modifica] Relazioni con le altre religioni

Papa Giovanni Paolo II ha viaggiato estesamente ed è entrato in contatto con molte diverse fedi, senza mai cessare di ricercare con esse un terreno comune, etico, dottrinale o dogmatico. Ha stabilito contatti con Israele, pregando a Gerusalemme presso il Muro del pianto; inoltre è stato il primo pontefice romano dopo san Pietro a pregare in una sinagoga visitando il 13 aprile 1986 la sinagoga di Roma. Il Dalai Lama, guida spirituale del Buddhismo tibetano, ha avuto otto incontri con Giovanni Paolo II, più di ogni altro singolo dignitario, trovandosi spesso di comune opinione.
Il 27 ottobre 1986 si è svolta ad Assisi una giornata di incontro tra le grandi religioni, indetta da Giovanni Paolo II. In tale circostanza, le differenti religioni «si sono dichiarate concordi nel riconoscere che, per diverso che sia il nome di Dio da esse invocato, la ricerca della pace per le vie della nonviolenza è la pietra di paragone dell'obbedienza alla sua volontà»[42].

[modifica] Relazioni con il popolo ebraico

Giovanni Paolo II ha scritto e parlato molto sull'argomento delle relazioni della Chiesa con gli ebrei, ed ha spesso reso omaggio alle vittime dell'olocausto in molte nazioni. È stato il primo papa ad aver visitato il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, nel 1979. Uno dei pochi papi ad essere cresciuto in un clima di fiorente cultura ebraica, che era tra le componenti chiave della Cracovia dell'epoca pre-bellica, il suo interesse per la cultura ebraica risaliva alla prima gioventù.

Papa Giovanni Paolo II nella Sinagoga di Roma, 13 aprile 1986

Nel marzo 2000, papa Giovanni Paolo II si recò nel memoriale dell'olocausto di Yad Vashem in Israele e toccò il Muro occidentale di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri del popolo ebraico, promuovendo la riconciliazione tra cristiani ed ebrei.

La Lega Anti-Diffamazione ha recentemente dichiarato: «La Lega Anti-Diffamazione si congratula con papa Giovanni Paolo II in occasione del 25º anniversario del suo pontificato. Il suo profondo impegno nella riconciliazione tra la Chiesa cattolica ed il popolo ebraico è stato fondamentale per il suo pontificato. Gli ebrei di tutto il mondo sono profondamente grati al Papa. Egli ha sempre difeso il popolo ebraico, come sacerdote nella sua natia Polonia e durante il suo pontificato... Preghiamo che rimanga in salute per molti anni a venire, e che ottenga molto successo nella sua opera santa e che le relazioni tra cattolici ed ebrei continuino a prosperare».[43]

Nel febbraio 2005, l'agenzia Reuters pubblicò estratti dal nuovo libro del pontefice, il suo quinto, Memoria e identità. In esso, il Papa sembra comparare l'aborto all'olocausto, dicendo: «C'è ancora, tuttavia uno sterminio legale di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono ancora nati. E questa volta stiamo parlando di uno sterminio che è stato permesso da, niente di meno, parlamenti scelti democraticamente dove normalmente si sentono appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità». Un dirigente del Consiglio centrale ebraico tedesco definì il confronto inaccettabile. Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mise da parte le sue cariche, dicendo che il papa «non stava provando a mettere l'olocausto e l'aborto sullo stesso piano» ma soltanto stava avvertendo che la malvagità alligna dappertutto, «anche nei sistemi politici liberali».

[modifica] Relazioni con le altre Chiese cristiane

Nel 2003, durante la «settimana di preghiera per l'unità dei cristiani» dichiarò che il primato di Pietro è il garante dell'unità dei cristiani; nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia ha riaffermato la dottrina della transustanziazione stabilita nel concilio di Trento vietando la partecipazione di fedeli protestanti alla comunione durante la celebrazione eucaristica e degli stessi cattolici al rito della cena delle chiese riformate.

[modifica] Relazioni con la Chiesa Ortodossa Orientale

Nel maggio 1999, Giovanni Paolo II visitò la Romania. Era la prima volta che un papa visitava una nazione principalmente cristiana ortodossa dopo il Grande Scisma d'Oriente, che aveva visto staccarsi dalla Chiesa cristiana la comunità che volle chiamarsi "ortodossa" nel 1054. La visita nasceva in accoglimento di un invito rivolto da Teotisto, patriarca e capo spirituale della Chiesa ortodossa rumena. All'arrivo, il papa fu accolto dal patriarca e dal capo di stato romeno, allora Emil Constantinescu. Il Patriarca sottolineò che «il secondo millennio della storia cristiana era cominciato con una dolorosa ferita all'unità della Chiesa; la fine di quel millennio assisteva ad un concreto sforzo per ripristinare la cristiana unità».

Domenica 9 marzo il Papa e il Patriarca assistettero ciascuno ad una celebrazione condotta dall'altro (una liturgia ortodossa e una messa cattolica, rispettivamente). Una folla di migliaia di persone si radunò ad assistere alle celebrazioni, tenute all'aperto. Il Papa disse alla folla «Sono qui tra di voi spinto soltanto dal desiderio di autentica unità. Non molto tempo fa era impensabile che il Vescovo di Roma potesse visitare i suoi fratelli e sorelle di fede che vivono in Romania. Oggi, dopo un lungo inverno di sofferenza e persecuzione, possiamo infine scambiarci il bacio della pace e lodare insieme il Signore». Una larga parte della popolazione ortodossa romena si è mostrata favorevole all'idea della riunificazione cristiana.

Due anni dopo, nel 2001, papa Wojtyła fu il primo pontefice a visitare la Grecia dopo 1.291 anni. La visita non fu serena, il papa fu accolto da manifestazioni ostili e fu snobbato dai vertici della Chiesa ortodossa, che non inviò nessun suo esponente ad accoglierlo all'arrivo.

Ad Atene il Papa si incontrò con l'arcivescovo Christodoulos, capo della chiesa ortodossa di Grecia. Dopo un incontro privato di 30 minuti, i due parlarono pubblicamente. Christodoulos lesse una lista di «13 offese» della Chiesa cattolica romana nei confronti della Chiesa Ortodossa dai tempi del Grande Scisma, inclusi il sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati nel 1204, e lamentò la mancanza di qualsiasi scusa da parte della Chiesa cattolica, affermando «Fino ad ora non si è udita una sola richiesta di perdono» per i «furiosi crociati del 13° secolo».

Wojtyła rispose dicendo «Per le occasioni passate e le presenti, qualora i figli e le figlie della Chiesa cattolica abbiano peccato in azioni od omissioni contro i loro fratelli e sorelle ortodossi, che il Signore ci accordi il perdono», al che Christodoulos immediatamente applaudì. Giovanni Paolo II aggiunse che il saccheggio di Costantinopoli era una fonte di «profondo rincrescimento»[44] per i cattolici.

In seguito, Wojtyła e Christodoulos si incontrarono in un luogo dove san Paolo aveva una volta predicato ai cristiani ateniesi. Essi resero pubblica una dichiarazione comune che diceva «Noi faremo tutto ciò che è in nostro potere perché le radici cristiane dell'Europa e la sua anima cristiana siano preservate … Condanniamo ogni ricorso alla violenza, proselitismo e fanatismo nel nome della religione». Le due guide pronunciarono poi il Padre Nostro insieme, rompendo il tabù ortodosso contrario alla preghiera coi cattolici.

Tuttavia, durante la visita il Papa evitò ogni accenno a Cipro, ancora fonte di tensione tra le due fedi.

Giovanni Paolo II visitò altre aree a maggioranza religiosa ortodossa, come l'Ucraina, nonostante non sempre accoltovi calorosamente, ed affermò che la fine dello Scisma sarebbe stato uno dei suoi desideri più profondi.

Nell'enciclica Fides et Ratio del 14 settembre 1998, rivolta ai vescovi della Chiesa cattolica circa i rapporti tra fede e ragione, definì «significativo» il cammino di «ricerca filosofica», accanto ad alcuni autori occidentali, condotto dai pensatori religiosi russi V.L. Losskij e P.J. Čaadaev, P.A. Florenskij, V.L. Solov'ëv.[45]

[modifica] Domande di perdono

« Come successore di Pietro, chiedo che in questo anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi davanti a Dio e implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli [...] senza nulla chiedere in cambio. »
(Papa Giovanni Paolo II, Incarnationis mysterium, 29 novembre 1998.)

Ha pubblicamente espresso più volte richieste di perdono per quelli che ha considerato come i peccati commessi da cattolici durante i secoli. Di seguito sono elencate alcune delle occasioni:

[modifica] Domanda di perdono sulle crociate

Molti storici e critici hanno interpretato in vario modo le parole di Giovanni Paolo II sulle crociate. Alcuni sono propensi nel credere che il Papa intendesse fare una pubblica accusa a queste campagne militari mentre altri, come Thomas F. Madden, ritengono che il pontefice abbia solo criticato alcune malefatte di crociati durante queste, senza rivolgersi alle crociate stesse o ai loro risultati e creando così un parallelismo con le parole espresse da papa Innocenzo III[48].

[modifica] L'apostolato internazionale e l'universalità del messaggio

Il papato di Wojtyła si è caratterizzato per il grande impegno profuso per diffondere il Cattolicesimo nel mondo. Ha viaggiato in ogni angolo della terra, ed ha viaggiato in modo più "politico" rispetto ai predecessori. Ma soprattutto è possibile notare il cambiamento di rotta rispetto ai precedenti papati nel dato dei 500 santi e 1350 beati proclamati, a fronte di 296 santi e 1319 beati da parte di 33 papi precedenti. In particolare, notevole la differenza è con alcuni degli ultimi papi come Pio X (1903-14, 4 santi), Benedetto XV (1914-22, 3 santi), Giovanni XXIII (1958-63, 10 santi). Inoltre, è da tenere in conto la variegatissima composizione di provenienze dai nuovi santi, a differenza della estrema omogeneità dei precedenti.

Anche uno dei temi chiave del pontificato di Giovanni Paolo II, la pubblicizzazione e la rilevanza data ai Segreti di Fatima, è leggibile come un tentativo di riportare la fede in una sfera maggiormente mistica[senza fonte].

Scelte di questo tipo sono legate all'obiettivo di "parlare al cuore" dei fedeli, a differenza di orientamenti che mirano a "secolarizzare" in parte la Chiesa, mostrando cautela verso miracoli ed eccessive concessioni a sentimenti religiosi popolari.

Anche l'ottimo rapporto con i media, e l'immagine "giovane" che Wojtyła ha creato di sé, è considerabile utile al fine di avvicinare alla Chiesa cattolica persone, ed in particolare giovani, di tutto il mondo.

[modifica] Posizioni sociali e politiche

Giovanni Paolo II con Marco Pannella e Emma Bonino

Wojtyła è stato considerato un conservatore sulla dottrina della Chiesa cattolica in relazione alla riproduzione e all'ordinazione sacerdotale femminile.

I suoi scritti sulla sessualità umana, raccolti ne La Teologia del Corpo, sono un'estesa meditazione sulla natura dei sessi e le risultanti implicazioni su sesso e amore e diversi critici li considerano un significativo sviluppo dell'insegnamento sessuale della Chiesa, che ha origine con il Cantico dei Cantici e con l'insegnamento sui Sacramenti.

Riguardo all'aborto, scrisse: «C'è ancora, tuttavia, una strage legalizzata di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono nati. E questa volta stiamo parlando di una strage che è stata permessa nientemeno che da parlamenti democraticamente eletti, dove normalmente si ascoltano appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità.»

Sono note le sue critiche nei confronti della Teologia della Liberazione, la quale avrebbe calcato troppo la mano sulla liberazione politica a discapito della liberazione spirituale. La sua azione a contrasto di questa dottrina, in Sud America, fu massimamente energica: richiamò ripetutamente il clero locale per la sua partecipazione diretta a governi comunisti, promosse a cardinali molti sacerdoti di opposta posizione politica (anche quando erano accusati di essere conniventi con regimi dittatoriali di destra), non risparmiò durissime critiche e forti ammonimenti in tutti i suoi viaggi nel continente.

Il 9 maggio 1993, un anno dopo le stragi che uccisero i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nella Valle dei templi, prese una posizione durissima contro la mafia. Si rivolse, quasi urlando, ai responsabili intimando loro di convertirsi e non solo di pentirsi (mettendoli così di fatto fuori dalla Chiesa) con parole forti: «Una volta verrà il giudizio di Dio!». Questa posizione provocò la reazione dei boss di Cosa nostra (risentiti - a detta del pentito Francesco Marino Mannoia - «soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano»), i quali ordinarono i due attentati alla basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro nella notte fra il 27 e il 28 luglio 1993.[49]

Nell'enciclica Evangelium Vitae del 1995 riaffermò l'alto valore che ha per la Chiesa la vita umana. In essa ha inoltre esteso la condanna dell'aborto, dell'eutanasia e di ogni uso della pena capitale, chiamandole tutte insieme parte della «cultura della morte» di cui sarebbe pervaso il mondo moderno.

Le sue posizioni sulla guerra, la pena capitale, la cancellazione del debito dei paesi poveri, e i temi sulla povertà sono stati considerati politicamente liberali, dimostrando che etichette politiche come «conservatore» e «liberale» non possono essere facilmente assegnate ai leader religiosi.

Bush consegna a papa Giovanni Paolo II la Medal of Freedom nel 2004

Papa Wojtyła, che aveva iniziato il suo pontificato quando la Polonia si trovava ancora nella sfera d'influenza sovietica, come pure il resto dell'Europa dell'est, è stato un aspro critico del socialismo reale ed ha offerto supporto, anche finanziario[50], a movimenti anticomunisti come il sindacato polacco Solidarność di Lech Wałęsa, nonché organizzazioni in Centro e Sudamerica[50] quali i Contras nicaraguensi.[51] Il leader sovietico Michail Gorbačëv disse una volta che il crollo della Cortina di ferro sarebbe stato impossibile senza Giovanni Paolo II[52]. Questo punto di vista è condiviso da molti negli stati ex-sovietici, che lo vedono, insieme al presidente statunitense Ronald Reagan, come uno degli artefici della dissoluzione dell'Unione Sovietica. In anni successivi, il Papa si mostrò assai critico anche verso gli eccessi del capitalismo.

Nel 2000 firmò pubblicamente la campagna del Giubileo 2000 sulla cancellazione del debito africano, assieme alle star irlandesi del rock Bob Geldof e Bono.

Il 14 novembre 2002, Giovanni Paolo II, in occasione della prima visita di un Pontefice al Parlamento italiano riunito in seduta comune nell'aula di Montecitorio, non mancò di prendere una chiara posizione in merito all'eventualità di un indulto per alleggerire la congestionata situazione delle carceri italiane. «Un segno di clemenza verso di loro [i detenuti] mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società». A seguito di queste dichiarazioni, il Parlamento approvò nell'estate 2003 il così detto "indultino" che prevedeva alcuni limitati benefici di sconto di pena. L'appello venne poi ripreso da una maggioranza trasversale di forze politiche, avrebbe portato al provvedimento d'indulto del 2006 dedicato dal ministro della giustizia Clemente Mastella proprio al Pontefice[53]. "L'impegno di personale ricupero in vista di un positivo reinserimento nella società" si sarebbe però risolto in un aumento della criminalità.[54]

Nel 2003, Giovanni Paolo II divenne un critico di primo piano sull'Invasione americana dell'Iraq. Mandò il suo ministro per la pace, il cardinale Pio Laghi, a parlare con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush per esprimergli l'opposizione del Vaticano alla guerra. Giovanni Paolo II affermò che spettasse alle Nazioni Unite risolvere il conflitto internazionale attraverso la diplomazia e che un'aggressione unilaterale è un crimine contro la pace ed una violazione del Diritto internazionale.

Durante i negoziati per la redazione della nuova Costituzione europea, nel 2003 e 2004, i rappresentanti del Vaticano fallirono nell'assicurare una qualsiasi menzione alle «radici cristiane dell'Europa», uno degli obiettivi cui il Papa teneva. A più riprese durante il pontificato il Papa ha infatti sottolineato che l'Europa ha ricevuto per prima il "dono" della cristianità.

Papa Wojtyła criticò anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, nel capitolo riguardante il ruolo dei legislatori, il Papa parla di «pressioni» sul Parlamento Europeo per permettere il matrimonio omosessuale. Il papa scrisse a proposito della corrente ideologico-culturale che propugna la formalizzazione delle unioni omosessuali: «È legittimo e necessario chiederci se non sia parte di una nuova ideologia del male, forse più insidiosa e nascosta, che tenta di scagliare i diritti dell'uomo contro la famiglia e contro l'uomo».

Il 13 gennaio 2005, ricevendo l'allora presidente della regione Lazio Francesco Storace, espresse «vivo compiacimento per l'approvazione dello Statuto della regione Lazio. Esso infatti, oltre a sottolineare il ruolo di Roma come centro del Cattolicesimo, riconosce esplicitamente il primato della persona e il valore fondamentale della vita. Riconosce, inoltre, i diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e si propone di sostenerla nell'adempimento della sua funzione sociale, facendo esplicita menzione dell'Osservatorio regionale permanente sulle famiglie. Lo Statuto prevede anche che la regione garantisca il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa»

Ancor dopo la sua morte, l'attuale presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha parlato in tal modo del pontificato di Giovanni Paolo II:

« L'altissimo magistero spirituale di papa Wojtyła ha illuminato e continua ad illuminare l'intera umanità. »
(Giorgio Napolitano, dal quotidiano La Nazione del 5 ottobre 2006, pagina 14)

[modifica] Critiche

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Critiche a Giovanni Paolo II.

Giovanni Paolo II fu oggetto di diverse critiche. Tra le principali ricordiamo:

[modifica] Onorificenze

Gran Maestro dell'Ordine Equestre di S.Gregorio Magno - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine Equestre di S.Gregorio Magno
Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Bianca - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Bianca
Presidential Medal of Freedom - nastrino per uniforme ordinaria Presidential Medal of Freedom
Collare d'oro dell'Ordine olimpico - nastrino per uniforme ordinaria Collare d'oro dell'Ordine olimpico

[modifica] Genealogia episcopale e successione apostolica

[modifica] Altro

[modifica] Curiosità

[modifica] Principali luoghi dedicati a Giovanni Paolo II

Dalla morte di Giovanni Paolo II sono state intitolate a suo nome piazze, vie, corsi, parchi, infrastrutture e aree geografiche. Tra i principali:

[modifica] Produzioni video

[modifica] Documentari

[modifica] Film

[modifica] Serie televisive

[modifica] Serie animate

[modifica] Brani musicali

Il brano è stato cantato per la prima volta nel 1995, nella sala Nervi davanti al Pontefice e pubblicato per la prima volta nel Disco "Decenni" di Amedeo Minghi nel 1998. Nel CD, di questo disco, è contenuto il relativo video con le immagini del Papa.

[modifica] Note

  1. ^ a b Omelia di Giovanni Paolo II per l'inizio del Pontificato. Santa Sede, 22 ottobre 1978.
  2. ^ Il motto apostolico (in italiano: «Tutto tuo») venne estrapolato dal Pontefice dal Trattato della vera devozione alla Santa Vergine (1712) di Luigi Maria Grignion de Montfort: «Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt» («Sono tutto tuo, e tutto ciò che possiedo appartiene a te»).
  3. ^ http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/14/news/papa-beatificazione-11215491/ La Repubblica: Wojtyla beatificato il primo maggio 2011. Papa firma decreto che riconosce il miracolo.
  4. ^ Dati ufficiali sul sito del Vaticano. I dati sono aggiornati al 5 gennaio 2005, dopo tale data non risulta nessuna beatificazione o canonizzazione: vedi AAS 97 (2005).
  5. ^ Secondo la consuetudine polacca di nomignoli vezzeggiativi. Lolek è un diminutivo di Karol.
  6. ^ Paweł Zuchniewicz, "Giovanni Paolo II", Paoline Editoriale Libri, Milano, 2005, p. 19
  7. ^ Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino 2010, p. 395
  8. ^ Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino 2010, pp. 471-475
  9. ^ Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, Rizzoli, Milano, 2004.
  10. ^ Wojtyła voleva chiamarsi Stanislao I
  11. ^ UDIENZA GENERALE Mercoledì, 22 agosto 1979
  12. ^ Al capezzale dei papi e dei re. Accademia Romana di Chirurgia
  13. ^ (EN) Stasi Files Implicate KGB in Pope Shooting. DW-World.de. URL consultato il 23-1-2007.
  14. ^ Lettere e memoriali di Vincenzo Calcara (parte 2)
  15. ^ Il messaggio di Fatima. Congregazione per la dottrina della fede. URL consultato il 23-1-2007.
  16. ^ Luigi Accattoli. ««Il Papa è morente». «No, è forte e lucido»». Corriere della Sera, 3-10-2003.
  17. ^ «Quando Wojtyla voleva dimettersi». Famiglia Cristiana, 31-1-2010.
  18. ^ Luigi Accattoli. «Ratzinger, Sodano, Sandri: le «stampelle» del Pontefice malato». Corriere della Sera, 23-10-2003.
  19. ^ World mourns Pope at Rome funeral, BBC News; Rome célèbre les funérailles de Jean Paul II, Le Monde online.
  20. ^ «Il più partecipato e sentito funerale della storia» ("Santo, santo": l'ultimo abbraccio della folla, Corriere della Sera); «il più grande funerale di un Papa nei duemila anni di storia di questo ufficio»(John Paul II: The Funeral; Pope Is Buried, Mourned by the Mighty and the Ordinary, New York Times) Il sindaco di Roma Walter Veltroni lo definì «il più grande evento della storia» (I funerali del Papa, la Repubblica).
  21. ^ Roma il giorno dopo, la Repubblica.
  22. ^ Pope John Paul II buried in Vatican crypt, CNN; Reporters' log: Pope's funeral, BBC News; Funerali del Papa. Le esequie dureranno tre ore. Due milioni di pellegrini. Domani San Pietro apre alle 6, RaiNews24, Diciotto ore per vedere il Papa - Il prefetto: "Saranno 4 milioni", la Repubblica.
  23. ^ Informazioni utili sull'assistenza ai fedeli che interverranno alle esequie del Santo Padre Giovanni Paolo II, sito web della Protezione Civile.
  24. ^ Franco Bucarelli, articolo sul Corriere della sera.
  25. ^ «Promulgazione di decreti della Congregazione delle Cause dei Santi». Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, 19-12-2009.
  26. ^ «Giovanni Paolo II e Pio XII: i due papi insieme verso gli altari». Corriere della Sera, 19-12-2009.
  27. ^ "L'Osservatore Romano", Celerità e rigore nella causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, 16 gennaio 2011 [1], url consultato il 9 febraio 2011. Cfr. anche "La Stampa", Toaff:"Riconoscimento a un grande papa", del 15 gennaio 2011, [2], url consultato il 9 febbraio 2011
  28. ^ Vedi articolo del 28/03/2007 del quotidiano cattolico francese La Croix.
  29. ^ Testimonianza della suora dal sito ufficiale della diocesi di Roma.
  30. ^ [http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/01/14/visualizza_new.html_1640387051.html «Wojtyla: sara' beatificato il primo maggio. L'annuncio del Vaticano»]. ANSA, 14 01 2011. URL consultato in data 14-01-2011.
  31. ^ Discorso del santo padre Giovanni Paolo II alle religiose. Santa Sede. URL consultato il 23-1-2007.
  32. ^ Mulieris Dignitatem Lettera apostolica del sommo pontefice Giovanni Paolo II sulla dignità e vocazione della donna nell'anno mariano
  33. ^ Lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis del papa Giovanni Paolo II ai vescovi della chiesa cattolica sull'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini. Santa Sede. URL consultato il 23-1-2007.
  34. ^ Discorso di Giovanni Paolo II al clero di Roma. Santa Sede, 9 novembre 1978. URL consultato il 23-1-2007.
  35. ^ Esortazione apostolica Familiaris Consortio di sua santità Giovanni Paolo II all'episcopato al clero e ai fedeli di tutta la chiesa cattolica circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi. Santa Sede. URL consultato il 23-1-2007.
  36. ^ Lettera apostolica Laetamur Magnopere. Santa Sede. URL consultato il 23-1-2007.
  37. ^ Catechismo della Chiesa cattolica. URL consultato il 23-1-2007.
  38. ^ Lettera apostolica Spiritus et Sponsa del sommo pontefice Giovanni Paolo II nel XI anniversario della costituzione sacrosanctum concilium sulla sacra liturgia. Santa Sede. URL consultato il 23-1-2007.
  39. ^ http://www.oecumene.radiovaticana.org/IT1/Articolo.asp?c=33274
  40. ^ http://62.77.60.84/audio/ra/00027884.RM
  41. ^ http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/esteri/papa2/damose/damose.html
  42. ^ Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni Cultura della Pace, Firenze, 1988, p. 6.
  43. ^ (EN) Statement on the 25th Anniversary of Pope John Paul II's Papacy. Anti-Defamation League. URL consultato il 23-1-2007.
  44. ^ Giovanni Paolo II: Discorso ad Atene del 4 maggio 2001 *[3]
  45. ^ Antonio Maccioni, "Pavel Aleksandrovič Florenskij. Note in margine all'ultima ricezione italiana", eSamizdat, 2007, V (1-2), pp. 471-478 [4]
  46. ^ «Possa questo giorno segnare un nuovo inizio nello sforzo comune di seguire Cristo, il suo Vangelo, la sua legge d'amore, il suo anelito supremo all'unità dei credenti in Lui.». Discorso di Giovanni Paolo II in occasione della visita nella Repubblica Ceca - Servizio di preghiera in onore di Sant'Adalberto (27 aprile 1997) sul sito della Santa Sede.
  47. ^ Il pontefice indica fra i segni «che possono opportunamente servire a vivere con maggiore intensità l'insigne grazia del Giubileo» la purificazione della memoria, la quale richiede «un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani» e si fonda sulla convinzione che «per quel legame che, nel corpo mistico, ci unisce gli uni agli altri, tutti noi, pur non avendone responsabilità personale e senza sostituirci al giudizio di Dio, che solo conosce i cuori, portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto». Aggiunge, poi, che «i cristiani sono invitati a farsi carico, davanti a Dio e agli uomini offesi dai loro comportamenti, delle mancanze da loro commesse», il Papa conclude: «Lo facciano senza nulla chiedere in cambio, forti solo dell'"amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori" (Rm 5,5)»2. (Memoria e riconciliazione).
  48. ^ «Il Santo Padre non le ha condannate, né ha chiesto scusa per esse.». Da Thomas F. Madden, La vera storia delle Crociate, 24 ottobre 2004, in zenit.org.
  49. ^ Curzio Maltese. «Scandali, affari e misteri - tutti i segreti dello Ior». La Repubblica, 26 gennaio 2008. URL consultato in data 30/08/2008.
  50. ^ a b In una lettera del 5 giugno 1982 pubblicata nel libro di Ferruccio Pinotti Poteri forti (Bur, 2005), Roberto Calvi scriveva a Giovanni Paolo II: «Santità, sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti rappresentanti dello IOR, comprese le malefatte di Sindona...; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti Paesi e associazioni politico-religiose dell'Est e dell'Ovest...; sono stato io in tutto il Centro-Sudamerica che ho coordinato la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l'espandersi di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato...»
  51. ^ Massimo Gaggi. «La morte di Paul Marcinkus «banchiere di Dio» in esilio». Corriere della Sera, 22 2 2006. URL consultato in data 14-12-2009.
  52. ^ (EN) Gorbachev: Pope was 'example to all of us. CNN.COM. URL consultato il 23-1-2007.
  53. ^ Il Parlamento approva l'indulto. Tgcom, 30-7-2006. URL consultato il 30-4-2010.
  54. ^ Giovanni Mastrobuoni e Alessandro Barbarino, Crimini e misfatti a un anno dall'indulto, Lavoce.info, 4 settembre 2007.
  55. ^ (EN) «Pope enters Pinochet row». BBC News, 19 2 1999. URL consultato in data 22-5-2008.
  56. ^ (ES) Madri di Plaza de Mayo. «La dictadura,la impunidad». URL consultato in data 22/05/2008. (ES) Madri di Plaza de Mayo. «Relaciones de la jerarquía eclesiástica con los gobiernos de Alfonsín y de Menem». URL consultato in data 22/05/2008.
  57. ^ Corriere.it
  58. ^ * (EN) Il caso dell'arcivescovo Stepinac
  59. ^ Discorso di Giovanni Paolo II alla delegazione del "Futbol Club Barcelona", 14 maggio 1999.
  60. ^ Stanislao Dziwisz; Gian Franco Svidercoschi. Una vita con Karol. Rcs Libri e Libreria Editrice Vaticana, 2007, pag. 77-78-79-80.
  61. ^ Articolo che presenta il problema scacchistico attribuito a Giovanni Paolo II: Chess Base - Karol Józef Wojtyła

[modifica] Bibliografia

[modifica] Opere di Giovanni Paolo II

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Opere e documenti di Giovanni Paolo II.

[modifica] Letteratura su Giovanni Paolo II

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